La cessione delle quote di maggioranza della Vibonese da parte della famiglia Caffo non è una formalità, né una “vendita simbolica” come qualcuno ha sostenuto sui social. A chiarirlo, con un lungo intervento a commento di un articolo, è stato direttamente Nuccio Caffo, CEO del Gruppo Caffo e figlio del presidente uscente Pippo Caffo.
«Non si tratta di una vendita fittizia – ha precisato Nuccio Caffo – ma di una cessione reale, seppur a condizioni simboliche, accompagnata da una sponsorizzazione cospicua valida solo per questa stagione». Un punto fermo che spazza via ogni illazione: il gruppo Caffo esce sì dalla gestione diretta, ma lascia un sostegno economico importante per garantire stabilità nella fase di transizione.
Non è un mistero che una parte della tifoseria rossoblù, per mesi, abbia portato avanti la contestazione al presidente Pippo Caffo, con lo slogan #caffoout e striscioni duri apparsi anche allo stadio. Un malcontento che, secondo il figlio Nuccio, non ha inciso sulla decisione, maturata per motivi anagrafici e per la crescente difficoltà nel portare avanti la società in solitudine, senza l’appoggio di altri imprenditori, della politica e della comunità economica locale. “Mio padre ha 80 anni – ha scritto Caffo – ed era stanco di continuare da solo, senza alcun sostegno, né da altri imprenditori vibonesi, né da chi dovrebbe garantire l’agibilità sportiva e fiscale di una società calcistica.
Dal punto di vista imprenditoriale, il bilancio è chiaro: due decenni di investimenti nel calcio locale con risultati altalenanti e, soprattutto, senza un vero ritorno d’immagine per l’azienda. Per questo motivo, Caffo auspica che la sponsorizzazione attuale non venga interpretata come un impegno indefinito, ma come un contributo di responsabilità per il passaggio di consegne. «Il contratto vale solo per quest’anno – ribadisce – poi si vedrà. Nessuno ha parlato di accordi a vita».
Ora la palla passa al nuovo gruppo dirigente, guidato da Fernando Cammarata, e – soprattutto, aggiunge il Ceo del Gruppo Caffo- alla città. Lo stesso Nuccio Caffo lancia un appello: «Piuttosto che pensare al passato, sarebbe utile stimolare altri vibonesi a entrare in società, per affiancare i nuovi soci e contribuire con sponsorizzazioni e idee alla crescita del club. Le quote di minoranza sono disponibili